Nonostante le ripetute dimostrazioni di quanto sia affidabile, in molti si chiedono ancora se la magnetoterapia funziona davvero e se sia pericolosa.
Sono tanti gli studi che ne hanno provato l’efficacia benefica nel trattamento di oltre 100 diverse patologie.
La magnetoterapia si serve dei campi elettromagnetici pulsati (CEMP) e utilizza le frequenze prodotte dal corpo stesso in modo naturale.
Eppure, nonostante gli studi e i casi clinici a dimostrazione di tale funzionamento ed efficacia, la domanda che molti fisioterapisti ed esperti del settore si sentono rivolgere è se la magnetoterapia può essere pericolosa.
In realtà, si deve dire che una parte della medicina considera ancora la magnetoterapia come un trattamento di medicina alternativa, soprattutto perché non esiste un’uniformità dei protocolli applicativi relativi ad essa.
Magnetoterapia come funziona
I campi elettromagnetici pulsati emessi dall’apparecchio per magnetoterapia agiscono a livello magnetico, elettrico, chimico e meccanico e mirano a ristabilire l’equilibrio fisiologico del paziente.
I campi elettromagnetici attivano il processo di autoguarigione, rigenerativo e di ripolarizzazione della membrana cellulare.
Questo tipo di trattamento viene eseguito ad alta o a bassa frequenza: quando la frequenza delle onde elettromagnetiche è bassa, queste penetrano più in profondità nei tessuti; quando la loro frequenza è alta, invece, agiscono ad una profondità minore.
La magnetoterapia a bassa frequenza viene utilizzata per il trattamento di patologie di tipo infiammatorio o che interessano le ossa, come nel caso dell’osteoporosi. Al contrario, si ricorre all’alta frequenza per trattare patologie che coinvolgono i tessuti molli.
Controindicazioni: la magnetoterapia può essere pericolosa?
Pur essendovi una serie di effetti benefici considerevoli, la magnetoterapia presenta alcune controindicazioni, che possono renderla dannosa per determinati soggetti.
Nello specifico, ci riferiamo a soggetti portatori di pace makers o affetti da cardiopatie o aritmie gravi.
È controindicata anche per i pazienti epilettici o che soffrano di turbe nervose, come isteria, schizofrenia, sindrome ansio-depressiva.
Allo stesso modo, può essere dannosa per donne in stato di gravidanza, in quanto la sua azione potrebbe rallentare la crescita del feto, soprattutto se viene eseguita nei primi due mesi di gestazione.
La magnetoterapia non va utilizzata neanche su persone con emorragie in atto, come ciclo mestruale o emorroidi, o con lesioni vascolari, come trombosi, in quanto questo tipo di terapia produce una vasodilatazione della zona trattata.
Un’applicazione della magnetoterapia è consigliata sotto stretto controllo medico, quando è svolta su soggetti con protesi o mezzi di sintesi magnetizzabili.
Inoltre, è consigliato evitare l’utilizzo di pomate o soluzioni o creme a base di ioni liberi di metalli magnetizzabili durante il periodo del trattamento, nonché sottoporsi a magnetoterapia subito dopo i pasti, perché potrebbe incidere negativamente sul processo digestivo.
Infine, la magnetoterapia è sconsigliata in presenza di sindromi da compressione di nervi periferici in atto e di tumori.